HEVALEN
DAVIDE FERRARIO
Progetto per un lungometraggio - 100' - in fase di sviluppo
HEVALEN si basa sulla storia vera di Davide Grasso, un giovane torinese che nel 2016, scioccato dagli attentati islamisti del novembre 2015 a Parigi, si reca in Siria per combattere contro l’ISIS al fianco delle milizie indipendentiste curde. Non ha mai preso in mano un’arma e non ha nessuna idea di cosa lo aspetta, non ha una cultura politica, ma sente che deve difendere la libertà. Il film narra il complicato rapporto con la realtà medioorientale, che non è fatta solo di “buoni contro cattivi”, ma è un ginepraio di relazioni, faide e divisioni politico-etniche. Il protagonista conosce la rivoluzione del Rojava, un avanzatissimo esperimento sociale basato sul ruolo centrale delle donne. Si addestra alle armi e viene in contatto con un’umanità imprevedibile, sia di locali che di “internazionalisti” venuti da tutto il mondo, come in Spagna nel’36. Finisce al fronte a combattere per la liberazione di Manbij, la cui conquista aprirà la strada per prendere la capitale dell’ISIS, Raqqah, un anno dopo. Ma ovviamente si tratta di un’esperienza che ha un altissimo costo umano. Non solo per la perdita di amici che cadono in battaglia, ma anche perchè la cultura del martirio diffusa tra i curdi, pur essendo un ideale nobilissimo, finisce per collidere con l’anima europea del protagonista, che finisce vittima del paradosso per cui è pronto a morire per la causa, ma non riesce a conviverci. Dopo un anno da volontario torna, portandosi dietro mille domande.
HEVALEN is based on the true story of Davide Grasso, a young man from Turin who in 2016 went to fight against ISIS in Syria in the ranks of the independent Kurdish militia, after being shocked by the Paris attacks in november. He had never touched a gun and had no idea of what was waiting for him; he had no specific political background but he felt he needed to fight to defend our freedom. The film tells his complicated approach with the reality of the Middle East, which is not just “good guys against bad guys”, but consists of a tangled knot of historical relationships, feuds and ethnical-political conflicts. He gets to know the Rojava revolution, an advanced social experiment based on the central role of women in society. He learns how to fight and meets a variety of men and women, local people and internationalist who came to support the fight like in Spain in 1936. Eventually, he gets to the frontline, fighting the battle for Manbij, whose conquest will open the road to the fall of Raqqah, ISIS’s capital city, the next year. But it’s an experience that takes its toll. Not only our man loses friends in battle, but he himself finds at odds with the desire for martyrdom imprinted in the Kurdish soul: a most noble ideal that collides nevertheless with our European education, all centered on the individual. He finds ready to die for the cause, but not to live with it. After one year as a volunteer, he comes back a winner, but with a thousand questions in his mind.
NOTA DELL’AUTORE
La storia del protagonista di HEVALEN è insieme estrema e universale.
SI basa sull’archetipo classico dell’uomo che difende i suoi valori a rischio della vita, ma in una condizione lontanissima dai clichès a cui siamo abituati nei film di questo tipo.
HEVALEN è un film di guerra e d’azione: ma quel tipo di guerra che non si è mai vista sul grande schermo. La prima lezione che Davide riceve è: “Quando stai combattendo, dimentica tutti i film che hai visto. Nessuno qui spara in modalità automatica. L’ultima cosa che desideri è ritrovarti con un caricatore vuoto quando il nemico arriva.” La guerra che il nostro personaggio impara a conoscere è sporca, sanguinosa e crudele, come ogni altra guerra. Ma non è fatta di scontri in campo aperto: piuttosto di corse folli nel buio, lunghe attese, singoli colpi scambiati con un nemico che non vedi praticamente mai.
Vogliamo raccontare una storia fatta di coraggio, rivoluzione, ma anche di esitazioni e dubbi. L’avventura di un occidentale che mette a rischio la propria vita per aiutare un popolo straniero, ma che alla fine si ritrova a fare i conti con le contraddizioni della propria cultura: la nostra.
Pensiamo a un film che tenga insieme, in modo originale, le atmosfere di “The Hurt Locker” e di “Il tè nel deserto”.
The story in HEVALEN is both extreme and universal.
It’s the archetypical fight of the righteous man who defends his freedom and ideal at the risk of his life: but in conditions very different from the ones we are used in movies of this kind.
Yes, HEVALEN is an action and war movie: but it’s a war that’s never been seen on the screen. The first lesson Davide received was: “When in battle, forget the movies you’ve seen. Nobody here shoots volleys like Rambo. the last thing you want is to get caught by the enemy with an empty cartridge”. The war our character fights is dirty, bloody and cruel like any other, but it’s not fought in open-field battles: it’s about mad runs in the darkness, long waits, single shots exchanged with an enemy you very rarely see.
So we want to tell a story about courage, revolution but also about hesitations and doubts. It’s the adventure of an European who risks his life to help a foreign people, but it the end finds himself dealing with the contradictions of his own culture, which is also ours.
We imagine a movie where “The Hurt Locker” meets “The Sheltering Sky”.