IL VENDICATORE
DAVIDE FERRARIO
Progetto per Serie TV - 8x50'
IL VENDICATORE si ispira alla figura storica di Simone Pianetti (1858-?), protagonista di uno dei fatti di cronaca europei più clamorosi del 1914. Una vendetta privata (sette morti) che nasce da una vera e propria persecuzione, una vicenda che lo trasforma nella memoria collettiva in una sorta di giustiziere del popolo. Una storia che diventa leggenda nel momento in cui Pianetti sfugge alla cattura e di lui si perdono le tracce per sempre.
Nella serie, Pianetti diventa Simone Falco. Basandoci su fatti e ricerche storiche, e coprendo con elementi fictional la parte meno conosciuta della sua vita, diventa un personaggio “bigger than life” che attraversa luoghi e periodi storici estremamente suggestivi: la Belle Epoque a cavallo del Novecento; l’emigrazione ai tempi dei grandi scontri sociali in USA; l’Italia del primo anteguerra, combattuta tra il progresso e la conservazione più ottusa.
La storia comincia quando Simone ha 25 anni ed è costretto ad andarsene dal suo paese per le incomprensioni col padre e per l’ostracismo del parroco e dei notabili. Lascia Maria, la ragazza di cui è innamorato, che è incinta senza ancora saperlo. Emigra negli Stati Uniti e finisce per essere usato come crumiro nel cruento sciopero alle acciaierie Carnegie di Pittsburgh. Coinvolto in una vera e propria battaglia tra scioperanti e vigilantes, si salva ma deve assistere al linciaggio dei suoi amici italiani. Si aggrega a una famiglia di anarchici russi e si trasferiscono insieme a New York dove aprono un piccolo negozio. Sette anni dopo, gli affari vanno bene. Simone sposa Anna, una giovane russa. Ma sulla scena compare la Mano Nera, la prima forma della mafia, attivissima in USA a quell’epoca. Il carattere di Simone non sopporta ricatti e soprusi: reagisce. Sfida i criminali, riesce a farli arrestare ma quelli si vendicano uccidendo Anna. Simone ritorna in Italia dove rivede Maria e scopre di avere un figlio. La sposa, ma tra loro resterà sempre un’ombra. Dapprima restio a partecipare alla vita del vecchio paese, Simone passa il suo tempo a caccia di camosci. E’ un tiratore provetto e un conoscitore esperto delle montagne. Passano altri sette anni. Si rifà vivo il suo migliore amico di gioventù, Antonio Cornaro. Ora è un brillante avvocato e un politico progressista. Convince Simone a uscire dalla sua abulia e a farsi portatore dei valori del nuovo secolo in valle. Simone apre una sala da ballo e un emporio. Contro di lui si scatenano il prete e i benpensanti. Nel giro di un anno Simone, nonostante l’iniziale successo, è costretto a chiudere e ad andarsene dal paese. Antonio lo aiuta ad aprire in un paese vicino il primo mulino elettrico della valle, dove adesso arriva anche la ferrovia. Tutto sta cambiando, Antonio si candida alle elezioni del 1913, Simone lo sostiene. Ma anche in questo caso, tutto si ritorce contro di lui. Nonostante Cornaro venga eletto, Simone è rovinato: una contadina, sostenuta dal prete e dai soliti nemici, diffonde la voce che la sua è la “farina del diavolo” e si finge avvelenata. Il colpo di grazia Simone lo riceve quando un’operazione mal eseguita da parte del dottore del paese causa la morte del figlio. Una mattina Simone prende il suo fucile e – uno alla volta – stermina a sangue freddo tutti quelli che l’hanno rovinato. Fugge in montagna, si scatena la caccia. Ma nonostante centinaia di agenti e soldati lo cerchino, la conoscenza dei luoghi e la solidarietà di mandriani e carbonai ne rende impossibile la cattura. In un ultimo incontro con Maria e Antonio confessa che non lo prenderanno mai vivo. Il giorno dopo un cadavere sfracellato viene trovato con accanto la sua carabina. Simone Falco è morto, dice la polizia. Ma è davvero lui?